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Ecco tutte le normative che regolano i finanziamenti ed i prestiti con la modalità di cessione del quinto dello stipendio. Scopri le vantaggiose offerte che potresti ottenere chiedendo un prestito di questa tipologia.

rinnovo cessione del quinto online
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Rinnovo cessione del quinto online: come funziona e quando si può ottenere

Rinnovo cessione del quinto online: i requisiti necessari per procedere

I prestiti su cessione del quinto possono essere rinnovati solo dopo il rimborso di almeno il 40% delle rate di ammortamento. La normativa vigente infatti non consente di rinegoziare una cessione prima che sia trascorso tale termine. Per una cessione del quinto della durata di 10 ani (120 mensilità), ad esempio, il rinnovo potrà avvenire solo dopo che il beneficiario abbia pagato almeno 48 rate, ossia dopo 4 anni di rimborso costante.

Ma cosa significa rinegoziare un finanziamento? La rinegoziazione è la procedura attraverso la quale il cliente estingue la cessione precedente e ottiene nuova liquidità. Ovviamente per ottenere questi benefici è necessaria la stipula di una uova cessione, che copre il debito residuo della precedente.

Il capitale in esubero costituisce la nuova liquidità erogata al beneficiario. Maggiore è il numero delle rate pagate al momento della rinegoziazione, più alta sarà la liquidità che il cliente può ottenere.

Come effettuare rinnovo cessione del quinto online prima del 40%

Esiste però un’eccezione alla regola. Nel caso in cui la cessione da rinnovare sia stata stipulata con un contratto a 60 mesi (o di durata inferiore) e il nuovo finanziamento abbia una durata di 10 anni, è possibile rinnovare il prestito ante-termine. Questa è l’unica eccezione prevista per legge e può essere utilizzata sia dai lavoratori dipendenti che da pensionati.

Per poter procedere al rinnovo del finanziamento è fondamentale che il conto di estinzione sia aggiornato della cessione precedente. Si tratta di un documento che attesta la somma complessiva ancora dovuta dal beneficiario alla banca erogatrice del prestito, al fine di poter estinguere completamente un debito.

Conteggio estintivo per rinnovo cessione del quinto online

Per il conteggio estintivo, alla somma complessiva ancora dovuta la banca detrae gli interessi non maturati e aggiunge la penale di rimborso anticipato, l’importo di quest’ultima non può superare l’1% del capitale rimborsato. È previsto anche il pagamento di spese accessorie e commissioni e dei dietimi di interessi.

Questi ultimi rappresentano gli interessi giornalieri sul capitale ancora dovuto dal debitore, calcolati per il periodo di tempo che va dalla data di pagamento dell’ultima rata di ammortamento fino al giorno in cui viene chiuso il conteggio estintivo.

Su richiesta del debitore, nel conteggio estintivo è possibile inserire anche il rimborso del premio assicurativo. A tal proposito il cliente che deve contattare la compagnia di assicurazione per chiedere la restituzione di quanto non goduto. Ricordiamo infatti che per legge tutti i prestiti su cessione del quinto devono essere coperti da una polizza contro rischio vita e/o rischio impiego (quest’ultima solo per i lavoratori dipendenti).

cessione del quinto normativa in caso di licenziamento
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Cessione del quinto normativa in caso di licenziamento

Cessione del quinto normativa in caso di licenziamento: come funziona il finanziamento

La fortuna della cessione del quinto deriva della modalità di rimborso del finanziamento, che riduce il rischio insolvenza e consente quindi l’accesso al credito anche ai cosiddetti “cattivi pagatori” (chi ha pagato in ritardo, o affatto, le rate di un prestito).

È applicato un tasso fisso e la liquidità può essere spesa per qualunque esigenza. La principale garanzia di rimborso per l’istituto bancario è il lavoro, o meglio lo stipendio. Perché? È un prodotto finanziario che prevede la trattenuta diretta della rata, detratta dallo stipendio dal datore di lavoro, il quale si incarica di fornirla all’ente erogatore.

L’ammontare della rata mensile, come lascia intendere la denominazione del prestito, non può eccedere il 20% dello stipendio (o pensione) netto del beneficiario.

Cessione del quinto normativa in caso di licenziamento: rischi

La principale garanzia di rimborso è lo stipendio, ma cosa accade se il lavoratore viene licenziato? Dal punto di vista pratico sono due gli scenari: fine del rapporto lavorativo per licenziamento del dipendente o fallimento dell’impresa.

Il datore di lavoro dovrà trattenere qualunque somma maturata dal lavoratore, questa sarà fornita all’ente erogatore, così da ridurre se non estinguere completamente il debito contratto.

Quando il dipendente sottoscrive il contratto di cessione del quinto, vincola infatti il Tfr maturato a favore della banca o finanziaria coinvolta. Non solo. È prevista l’attivazione di polizze assicurative che intervengono nell’eventualità di insolvenza o morte del cliente.

Cessione del quinto normativa in caso di licenziamento: soluzioni

Dopo il licenziamento, un rappresentate della banca contatterà il debitore per definire la continuazione del piano di rimborso (a condizione chiaramente che il Tfr sia inferiore al debito). Qualora il lavoratore trovi una nuova occupazione, il contratto di prestito è rinotificato al nuovo datore di lavoro. Prosegue quindi il processo di trattenuta alla fonte della rata.

In caso alternativo, ovvero in mancanza di una nuova occupazione, il rappresentate dell’istituto bancario andrà ad accordarsi con il cliente per un rimborso basato su bollettini postali o RID bancario.

Qualora si determini l’insolvenza, la società assicuratrice si occupa di saldare il debito residuo alla banca, ma conserva il diritto di rivalsa nei confronti del lavoratore.

Dobbiamo infine rilevare che per i dipendenti pubblici il trattamento di fine servizio (TFS), anche nell’ipotesi di insoluto, non è intaccato. Mentre per i dipendenti privati la cessione del quinto vincola TFR, ferie non godute, buonuscita, ultimo stipendio.

Per un confronto tra le offerte di cessione del quinto più convenienti, visita la sezione dedicata del nostro portale.

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Normativa cessione del quinto dello stipendio

Normativa cessione del quinto cessione del quinto dello stipendio: cos’è e come funziona

La cessione del quinto è una particolare tipologia di prestito rivolta a lavoratori dipendenti e pensionati che prevede il rimborso del credito tramite decurtazione della rata dallo stipendio o dalla pensione percepita dal richiedente. Come suggerisce in nome, l’importo della rata non può superare la quinta parte (20%) dello stipendio o della pensione al netto delle tasse.

La rata viene detratta dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale che eroga la pensione, che si impegna a versare quanto dovuto alla banca. Caratteristica che rende la cessione del quinto una forma di prestito personale molto comoda per il richiedente, che non deve occuparsi della restituzione del debito. Il piano di ammortamento è a rata mensile e può estendersi fino a 10 anni.

Cessione del quinto normativa di riferimento: cosa dice la legge 180/50

La legge 180/50, che regola i prestiti su cessione del quinto, stabilisce la possibilità di rinnovare il finanziamento solo a certe condizioni. Il rinnovo della cessione, infatti, è possibile solo se è trascorso un certo periodo dalla stipula del finanziamento. Se la cessione ha durata decennale, il rinnovo non è possibile prima di 4 anni, se la cessione è quinquennale invece devono essere trascorsi 2 anni.

Il rinnovo prima della scadenza di tale termine è possibile solo se la precedente cessione è stata estinta anticipatamente. In tal caso può essere contratto un nuovo prestito su cessione del quinto solo se è trascorso almeno un anno dall’estinzione anticipata.

In caso di nuova cessione, al primo cessionario è dovuta la restituzione del capitale non ancora rimborsato e degli interessi maturati. Chi ha sottoscritto un prestito su cessione del quinto Inps ha diritto al rimborso di una quota del premio per il Fondo di Garanzia dell’Istituto.

Cosa prevede la normativa cessione del quinto in caso di fine rapporto lavorativo

Nel caso in cui il beneficiario del prestito cessi dal servizio prima della completa estinzione del finanziamento, l’efficacia della cessione dello stipendio si estende di diritto sulla pensione o su qualsiasi altro assegno continuativo equivalente che viene liquidato al cedente in conseguenza della cessazione del rapporto di lavoro. La quota da trattenere non potrà comunque eccedere il quinto della pensione o dell’assegno continuativo percepito.

Se il richiedente non ha più la possibilità di ricevere il reddito mensile (stipendio o pensione) su cui è stata attivata la cessione del quinto, infatti, il debito si estende su qualsiasi altra forma di reddito. Ricordiamo infine che secondo quanto stabilito dalla normativa cessione del quinto, a garanzia del finanziamento il cessionario deve sottoscrivere, contestualmente alla stipula del prestito, una polizza obbligatoria contro rischio vita e rischio impiego.

Cessione del quinto dello stipendio e pignoramento
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Cessione del quinto dello stipendio e pignoramento

Cessione del quinto: i rischi

La cessione del quinto è una formula di accesso al credito che riesce a coniugare sia le necessità del debitore che quelle dell’ente erogatore. Consente al primo di non preoccuparsi del pagamento della rata, dal momento che questo avviene in automatico, e favorisce la fruizione del finanziamento anche nei casi più particolari. Consente invece al secondo di ridurre al minimo il rischio insolvenza.

Ciò non significa che l’istituto della cessione del quinto sia privo di rischi o di criticità. Uno dei questi è costituito da una eventualità molto spiacevole ma non infrequente: la concomitanza con un processo di pignoramento. Cosa accade in caso di cessione del quinto dello stipendio e pignoramento? Si tratta di un quesito rilevante, poiché, almeno in termini teorici, la formula dovrebbe proteggere dall’erosione eccessiva del reddito.

Per fortuna, il legislatore ha disciplinato le situazioni in cui cessione del quinto dello stipendio e pignoramento convivono. In definitiva, è una questione di limiti e di protezione reddituale del finanziato.

Pignoramento cessione del quinto: le cifre in ballo

Il legislatore ha disciplinato le due situazione che possono essere caratterizzate da una concomitanza tra cessione del quinto dello stipendio e pignoramento.

La prima situazione si registra quando la cessione del quinto viene richiesta dopo che il processo di pignoramento è iniziato. In questa eventualità la domanda è la seguente: è possibile accedere al prestito? La risposta è affermativa, ma è necessario rispettare alcune condizioni.

Nello specifico, è obbligatorio che la somma tra la porzione di reddito pignorata e la rata (ovviamente detratta) non superi i due quinti dello stipendio (o pensione). Facciamo un esempio. Il richiedente gode di una pensione di 1.000 euro al mese, dei quali vengono pignorati mensilmente 250. L’eventuale cessione del quinto imporrebbe un decurtamento di 120 euro. Ebbene, il prestito viene erogato perché la cifra detratta nel suo complesso ammonterebbe a 370 euro (cifra inferiore ai due quinti, che corrispondono a 400).

Un ragionamento simile va fatto nei casi in cui il pignoramento è successivo alla stipula del finanziamento. Nella situazione considerata, a essere disciplinata è la somma aggredibile dal creditore. Il parametro da tenere d’occhio è sempre la somma tra quota pignorata e la quota decurtata ai fini di rimborso del prestito.

L’elemento di differenziazione risiede nel limite: non si parla di due quinti, ma della metà. Proiettando queste condizioni sull’esempio precedente, l’eventuale creditore potrebbe usufruire di un pignoramento pari a 380 euro. La somma tra questa cifra e quella relativa alla cessione del quinto farebbe infatti 500, che corrisponde alla metà del reddito.

In definitiva è possibile concludere che il legislatore ha considerato prioritaria la difesa del patrimonio del pignorato (e del richiedente) senza per questo privare gli eventuali creditori dei loro diritti.

cessione volontaria del quinto e pignoramento
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Cessione volontaria del quinto e pignoramento

Cosa sono cessione volontaria del quinto e pignoramento presso terzi

La cessione volontaria del quinto è una particolare forma di prestito personale, che consente di accedere al credito garantendo la somma con la presenza di un reddito da lavoro fisso, ossia di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o una pensione. Ogni mese al richiedente viene decurtato, dallo stipendio o dalla pensione, l’importo della rata da corrispondere, che non potrà mai superare la quinta parte del reddito (20%).

La decurtazione avviene ad opera del datore di lavoro, o dell’ente previdenziale che eroga la pensione, che si impegna a versare alla banca la rata dovuta fino al completo rimborso del debito. Tale cessione del quinto nasce quindi da un atto volontario del debitore, che usa la sua entrata fissa per accedere al credito.

Pignoramento dello stipendio e cessione volontaria del quinto coesistono

Completamente diverso è il pignoramento del quinto dello stipendio, che segue l’esecuzione forzata, una procedura prevista dalla legge, nota anche che come pignoramento presso terzi, che esula dalla volontà del debitore. La legge stabilisce, infatti, che il pignoramento sulla retribuzione del debitore può avvenire solo a causa di debiti non saldati e fino a un massimo del 20% dello stipendio o della pensione al netto delle tasse.

Ma che succede se un lavoratore si trova ad avere in corso sia una cessione del quinto che un pignoramento? Quali sono gli scenari possibili? Prima di analizzare le ipotesi che possono portare alla coesistenza tra cessione volontaria del quinto e pignoramento è bene precisare che legge prevede che il limite della quota pignorabile passi da 1/5 alla metà dello stipendio qualora concorrano più pignoramenti per cause diverse.

Cumulo tra cessione volontaria del quinto e pignoramento: i limiti da rispettare

Se vi è già un pignoramento sullo stipendio o sulla pensione, l’interessato può chiedere una cessione volontaria a condizione che si rispetti il limite del quinto. La cessione non può però eccedere la differenza tra 2/5 della retribuzione (al netto delle tasse) e la quota colpita da pignoramento.

Facciamo un esempio pratico. Se lo stipendio è pari a 100 ed è in corso un pignoramento pari a 20, ossia 1/5, la quota di retribuzione cedibile corrisponderà alla differenza tra 40 (2/5 di 100) e la quota pignorata (20). Di conseguenza la quota cedibile sarà pari a 20.

Nel caso in cui un lavoratore abbia sottoscritto un prestito su cessione dello stipendio, i pignoramenti successivi sono consentiti solo per la differenza tra la metà dello stipendio e la quota già ceduta. Se lo stipendio è 100 e la cessione sottoscritta è pari a 20 (1/5), il pignoramento potrà essere eseguito non oltre la differenza tra 50, metà dello stipendio, e 20, la quota ceduta, ossia non oltre 30.

cessione del quinto normativa
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Cessione del quinto normativa: chi può accedere al credito?

Cessione del quinto dello stipendio e della pensione: cos’è e come ottenerla

La cessione del quinto è una tipologia di finanziamento rivolta a lavoratori dipendenti e pensionati. Il rimborso del prestito prevede un piano di ammortamento a rata costante con un importo massimo pari alla quinta parte (20%) dello stipendio o della pensione del richiedente. Il rimborso delle rate avviene tramite decurtazione diretta dal reddito ad opera del datore di lavoro o dell’ente previdenziale, a seconda che si tratti di lavoratore in attività o di un pensionato.

Nonostante sia utilizzata da diversi decenni, la cessione del quinto ha ottenuto grande popolarità solo negli ultimi anni. Inizialmente riservata ai dipendenti pubblici in attività, la cessione del quinto è stata infatti estesa a dipendenti privati e pensionati solo nel 2005 con la legge finanziaria.

La cessione del quinto normativa: i requisiti necessari

Ma come funziona la cessione del quinto? La cessione del quinto rientra nella categoria dei prestiti personali e di conseguenza non richiede la presentazione di un preventivo di spesa, né è necessario giustificare la richiesta di prestito. Il tasso di interesse è fisso e definito in sede di contratto in base ala somma richiesta, alla durata dell’ammortamento e all’anzianità contributiva del richiedente.

Possono richiedere la cessione del quinto sia i lavoratori dipendenti che i pensionati. Generalmente ai lavoratori dipendenti è richiesto un contratto di lavoro a tempo indeterminato, tuttavia è possibile ottenere piccole somme anche se si è assunti con un contratto a termine, a condizione che copra tutta la durata del piano di ammortamento.

Come accennato in precedenza il rimborso del credito avviene direttamente in busta paga (o cedolino pensione), caratteristica che rende il prestito su cessione del quinto una soluzione particolarmente apprezzata sia dagli istituti di credito che dai beneficiari. I primi riducono sensibilmente il rischio di insolvenza e i secondi non hanno l’incombenza di recarsi una volta al mese in banca per pagare la rata.

Cessione del quinto normativa in caso di licenziamento o morte del beneficiario

cessione del quinto normativa: quali sono le garanzie richieste? La garanzia del prestito è costituita dalla presenza di un reddito fisso del richiedente e, se dipendente, dal suo TFR. Elementi ai quali si affianca una polizza assicurativa obbligatoria contro il rischio vita e rischio impiego che il richiedente sottoscrive in sede di contratto.

Così facendo in caso di morte o grave invalidità permanente, l’assicurazione salda il debito residuo, evitando che questo ricada sui familiari del beneficiario. Se il richiedente perde il lavoro il debito viene saldato dalla liquidazione del lavoratore e, se questa non fosse sufficiente, per la parte restante dalla compagnia assicurativa.

La momentanea interruzione del rapporto di lavoro, invece, comporta il rimborso del credito da parte della compagnia assicurativa, che si sostituisce temporaneamente al cliente. È bene precisare, che in caso di riduzione o perdita del lavoro, la compagnia ha il diritto ad essere rimborsata dal cliente.

Come funziona la cessione del quinto dello stipendio
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Come funziona la cessione del quinto dello stipendio

Come funziona la cessione del quinto dello stipendio nel 2015?

Come funziona la cessione del quinto dello stipendio? A chi si rivolge? Sono i primi interrogativi che si pongono quanti hanno necessità di ottenere liquidità e vogliono utilizzare questo tipo di finanziamento. Cerchiamo di fare chiarezza allora evidenziando requisiti e modalità di rimborso previsti a livello contrattuale.

La cessione del quinto è un prestito personale rivolto a pensionati e dipendenti, beneficiari che possono contare su un assegno mensile costante. Il pagamento delle rate si realizza infatti attraverso trattenuta diretta da stipendio o pensione: è il datore di lavoro o l’ente previdenziale a pagare l’istituto di credito.

Requisiti della cessione del quinto

Come suggerisce il suo stesso nome, questo prestito implica una rata non superiore a un quinto della prestazione pensionistica o dello stipendio, considerati al netto di trattenute. Sempre in merito ai beneficiari, dobbiamo specificare che il dipendente può essere statale, para-statale o privato. Deve comunque disporre di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

In certi casi la cessione del quinto la possono conseguire lavoratori statali e para-statali con contratto a tempo determinato, purché il piano di ammortamento non sia più esteso della durata del periodo di lavoro.

In merito invece ai pensionati, la richiesta di cessione del quinto può essere condotta a prescindere dall’ente previdenziale di riferimento. Tra i vantaggi rileviamo la possibilità di ottenere il finanziamento anche se ci si ritrova nelle liste dei cattivi pagatori o dei protestati. Un’opportunità che in tempi di crisi diventa un fattore discriminante nella selezione delle migliori offerte.

Parlando invece di durata del piano di rimborso, abbiamo un periodo variabile dai 24 a un massimo di 120 mesi. L’ente erogatore implica inoltre che il pensionato rimborsi la linea di credito entro il compimento degli 85 anni, anche se in alcuni casi questa soglia raggiunge i 90 anni.

Come funziona la cessione del quinto dello stipendio: le coperture assicurative

Nel novero degli obblighi legislativi registriamo la sottoscrizione di una polizza vita e rischio impiego. L’assicurazione vita interviene senza rivalsa nei confronti degli eredi del cliente, mentre quella rischio impiego prevede il rivalersi sul richiedente, ma solo per quanto riguarda il TFR (trattamento di fine rapporto). Questo sarà fornito alla banca in qualità di garanzia e per il periodo di rimborso non sarà disponibile al dipendente.

Il datore di lavoro non ha la facoltà di rifiutarsi al pagamento della cessione del quinto del lavoratore. Se l’attività lavorativa dovesse terminare, il datore dovrà trattenere quanto il dipendente ha maturato nell’impresa e versarlo all’ente erogatore.
Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare le migliori proposte di cessione del quinto che abbiamo riportato nella nostra sezione.

Cessione del quinto per dipendenti
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Cessione del quinto per dipendenti: procedure per ottenerla

Cessione del quinto per dipendenti 2015: come funziona

Grazie alla cessione del quinto per dipendenti si realizza un accesso al credito, disponibile anche per quanti figurano nella categoria dei cattivi pagatori, basato su un piano di rimborso con addebito diretto della rata su stipendio del richiedente.

Si tratta di un prodotto finanziario contraddistinto dalla velocità di erogazione e dalle ridotte garanzie da presentare all’istituto di credito che lo accorda. Possono ottenerlo sia i dipendenti pubblici che statali e privati, un pubblico potenziale che include i pensionati (nel rispetto però di specifici limiti di età).

A dispetto di altri finanziamenti, la cessione del quinto per dipendenti prevede che sia il datore di lavoro a trattenere la rata dalla busta paga e quindi a pagare l’ente erogatore. Modalità di rimborso che riduce in misura sensibile il rischio di insolvenza del cliente e rende la banca più incline ad accettare le richieste da parte di chi ha avuto problemi nella restituzione di precedenti finanziamenti. Risultano inoltre piuttosto contenuti i tempi d’avvio della pratica, di solito basta qualche giorno perché l’istituto di credito esamini la domanda.

Un altro vantaggio specifico della cessione del quinto per dipendenti è la possibilità di conseguire il finanziamento anche senza alcuna motivazione. La somma acquisita può quindi essere spesa liberamente, per sostenere qualunque acquisto desiderato.

Di solito il dipendente deve disporre di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, iniziato da almeno tre mesi prima dell’invio della domanda. Per quanto attiene invece la documentazione necessaria, il richiedente dovrà presentare: documento di identità, tessera sanitarie e gli allegati che volti ad attestare la condizione lavorativa: certificato di stipendio (che riporta dati dell’impresa, dell’assunzione, l’entità dello stipendio e il trattamento di fine rapporto maturato) e l’ultima busta paga.

Altro elemento imprescindibile è l’atto di benestare. Di cosa si tratta? È un documento fornito dall’impresa presso cui è assunto il dipendente, mediante il quale il datore di lavoro si incarica di eseguire la trattenuta della rata del finanziamento. Questa è quindi versata all’ente che ha erogato la linea di credito.

Cessione del quinto per dipendenti privati: TFR

Se il richiedente è un dipendente privato, la banca può pretendere, a titolo di garanzia del prestito, il trattamento di fine rapporto maturato, che non potrà essere intaccato dal cliente per l’intera durata del finanziamento.

La maggior parte dei principali istituti di credito italiani propone cessioni del quinto per dipendenti, se siete interessati a questo prodotto finanziario vi invitiamo a farvi rilasciare un preventivo gratuito basato sul vostro profilo creditizio. Per la cessione del quinto Inps ex Inpdap, il portale di riferimento è Inpdapprestiti.it.

documenti richiesti
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I documenti richiesti per la cessione del quinto

La cessione del quinto è un particolare finanziamento che è concesso ai lavoratori che, per un motivo o per l’altro, necessitano di liquidità: questo potrà poi essere reso in rate, che verranno scalate direttamente dallo stipendio.

Documenti richiesti cessione del quinto: il certificato di lavoro

Il primo documento essenziale è il certificato di lavoro. Questo infatti costituisce una garanzia per l’ente finanziario che deciderà di concedere la cessione del quinto al lavoratore. Vi sono riportati i diversi dati relativi al tipo di contratto lavorativo, come ad esempio paga, orari di lavoro, ed anche il tipo di contratto.
L’ente sarà dunque cosciente del fatto che quella persona può o meno pagare una certa somma di denaro, la quale dunque verrà prelevata automaticamente dallo stipendio stesso. Questo documento richiesto è rilasciato solo ed esclusivamente dal datore di lavoro.

Per i pensionati invece, la situazione è differente: a rilasciare tale documento, che prende il nome di quota cedibile, sarà l’ente pensionistico.

Documenti richiesti cessione del quinto: la delega per il prelievo

Importante documento richiesto che deve essere associato al primo appena descritto, risulta essere una particolare delega, scritta da parte del datore di lavoro, nella quale viene autorizzato l’ente ad effettuare il prelievo mensile della rata del fondo.

I documenti personali del lavoratore

Altri documenti richiesti necessari per ottenere la cessione del quinto sono costituiti dai documenti personali del lavoratore stesso: la carta d’identità (documento di riconoscimento) e il codice fiscale.
Questi documenti necessari dunque permettono all’ente di poter effettuare la lavorazione del prestito, che sarà dunque nominativo e intestato solo ed esclusivamente a quel lavoratore.

Busta paga e Cud annuale

Tra tutti gli altri documenti necessari poi ve ne sono due particolari, che effettivamente permettono all’ente di stabilire quanto deve essere prelevato, mensilmente, dal lavoratore.
Il primo di questi è l’ultima busta paga, che deve essere presentata non appena questa viene emessa dal datore di lavoro, mentre il secondo è il CUD annuale, il quale permette all’ente stesso di effettuare ulteriori calcoli.

Con tutti questi particolari documenti necessari dunque, il lavoratore potrà recarsi presso un ente finanziario e successivamente richiedere la cessione del quinto.

Doppio Quinto
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Doppio Quinto: di cosa si tratta? Come ottenerlo?

Doppio quinto, prestito con delega: cos’è

Il prestito delega o doppio quinto rappresenta la concreta opportunità per tutte le tipologie di dipendenti di poter accedere a crediti molto elevati senza la necessità di dover specificare la destinazione d’uso del denaro richiesto. Decisamente simile alla cessione del quinto, dunque, il doppio quinto offre l’opportunità di conseguire un prestito in maniera rapida, veloce e, soprattutto, senza la necessità di fornire documentazioni che attestino l’effettiva necessità della somma richiesta.

Nello specifico, il doppio quinto è la soluzione ideale per tutti quelli che hanno necessità di accedere ad una linea di credito particolarmente elevata, hanno già sottoscritto un finanziamento o sono assunti con un contratto a tempo determinato e l’importo da loro richiesto non è restituibile entro il termine del contratto stesso.

 

Doppio quinto, delegazione di pagamento: come funziona

 

Il meccanismo alla base del doppio quinto è molto simile a quello della cessione del quinto: sottoscrivendo tale tipologia di prestito, infatti, si accetta di estinguere il debito con una rata fissa trattenuta direttamente dallo stipendio e versata all’istituto di credito direttamente dal datore di lavoro.

Com’è facile intuire, a fare la differenza tra la cessione del quinto ed il doppio quinto è l’importo della rata che, nel secondo caso, può arrivare addirittura alla metà dello stipendio.

Ciò che, invece, accomuna la cessione del quinto al doppio quinto è la durata contrattuale che non può essere inferiore ai 36 mesi e superiore ai 120 mesi. Al contrario di quanto succede per la cessione del quinto, data la cospicua entità dell’importo richiesto, nel caso del doppio quinto è necessario che il datore di lavoro fornisca il proprio consenso. In ogni caso, oltre al doppio quinto, fino alla restituzione dell’intero importo non è possibile fare richiesta di altre trattenute sulla retribuzione.

Doppio quinto, prestito delega: la normativa vigente

Il doppio quinto si basa, oltre che sulla normativa generale in materia di finanziamenti, anche su quanto sancito dall’articolo 1269 del codice civile con il quale viene regolamentata la fattispecie in cui il lavoratore conferisce al proprio datore di lavoro l’incarico di trattenere una parte della retribuzione netta per versarla all’istituto di credito che ha erogato l’importo da lui richiesto fino alla completa estinzione del debito. Tale articolo, dunque, consente ai dipendenti di poter usufruire di una ulteriore possibilità di accedere ad una linea di credito qualora ne abbiano bisogno.

La documentazione necessaria per richiedere il doppio quinto o prestito delega è la medesima necessaria per richiedere la cessione del quinto: contratto di lavoro, esplicito consenso da parte del datore di lavoro e sottoscrizione di una polizza vita e rischio impiego.