Cessione del quinto Tfr licenziamento: il caso
La cessione del quinto è una pratica soluzione di rimborso, in grado di recare benefici sia al finanziatore che al finanziato. Per le banche, infatti, la cessione del quinto rappresenta una valida alternativa perché in grado di ridurre al minimo il rischio insolvenza: d’altronde il pagamento delle rate non è più responsabilità del debitore, ma avviene in via automatica.
Per i contribuenti, la cessione del quinto rappresenta invece un modo per accedere al credito anche se si è protestati o cattivi pagatori (l’assenza del rischio insolvenza mitiga le condizioni di accesso) e comunque risulta una forma molto comoda, che non impegna in prima persona: le rate vengono pagate dall’ente che produce la busta paga (l’azienda, la PA, l’Inps).
C’è un caso però in cui il rischio insolvenza si riaccende improvvisamente e la banca può andare incontro al serio pericolo di non vedersi rimborsata la somma prestata: il licenziamento. Se a versare la rata è il datore di lavoro, ma il rapporto tra il datore di lavoro e il finanziato termina, è ovvio che il pagamento delle rate verrà interrotto.
Per evitare questo rischio, dunque, le banche convergono tutte verso una soluzione che potrebbe apparire “brutale”: utilizzano, a mo’ di garanzia, il Tfr, il Trattamento di Fine Rapporto. In una sola parola, la futura liquidazione.
Cessione del quinto Tfr: anticipo del Tfr in busta paga
Questa soluzione, prima di un anno fa, non appariva problematica quanto meno del breve termine: d’altronde non si tratta di una sottrazione di risorse immediata, dal momento che il Tfr si ritira solo quando termina la vita lavorativa. Da un anno a questa parte, però, è possibile chiedere l’anticipo del Tfr in busta paga. Ebbene, durante tutto il periodo della cessione del quinto ciò risulta veramente difficile.
Cessione del quinto svincolo: una soluzione per il Tfr
Ricapitolando, la cessione del quinto prevede il pagamento automatico della rata, che il datore di lavoro detrae dalla busta paga ed eroga all’ente che ha concesso il finanziamento. Per ridurre il rischio di insolvenza in caso di licenziamento (ma anche di fallimento dell’azienda) e quindi della perdita del posto di lavoro, viene impegnato, a mo’ di garanzia, il Tfr del richiedente. Questi risulta bloccato per tutta la durata del rimborso, e quindi anche usufruire dell’anticipo del Tfr in busta paga è assai difficoltoso.
C’è però un modo per usufruire del Tfr anticipatamente. A dire il vero, non è un caso molto frequente. In buona sintesi, si può ritirare parte del Tfr, ossia quello che rappresenta la differenza tra la somma accumulata e l’importo da restituire alla banca. In verità, molto spesso questa differenza è addirittura negativa, dunque non si tratta di un’alternativa sempre praticabile.