Browsing Category

Normative

Ecco tutte le normative che regolano i finanziamenti ed i prestiti con la modalità di cessione del quinto dello stipendio. Scopri le vantaggiose offerte che potresti ottenere chiedendo un prestito di questa tipologia.

calcolo cessione del quinto dello stipendio
Calcolo, Informazioni, Inps Inpdap, Normative,

Prestiti con cessione del quinto dello stipendio: come si calcola. Esempi e simulazione

I prestiti con cessione del quinto dello stipendio o della pensione rappresentano una forma di finanziamento da rimborsare a rate.

Può essere ottenuto da lavoratori dipendenti pubblici e privati, a tempo determinato o indeterminato, lavoratori atipici e pensionati.

Non è quindi accessibile ai lavoratori autonomi.

Il rimborso delle rate viene effettuato mensilmente a tasso fisso. Le rate vengono trattenute direttamente sulla busta paga o sulla pensione nella misura di un quinto dello stipendio o della pensione, a seconda dei casi, fino ad estinzione del debito.

Essendo legata alla presenza di uno stipendio o di una pensione, questa forma di finanziamento è accompagnata da un’assicurazione sul rischio di morte o di perdita del posto di lavoro. Per cui oltre al rimborso della rata, si dovrà tenere conto anche del rimborso della polizza assicurativa.

Come calcolare il quinto dello stipendio

Per avere un’idea sui prestiti con cessione del quinto dello stipendio o della pensione il calcolo  non è particolarmente complesso. E’ disciplinato dal DPR 180/50 ed è stato istituito subito dopo la guerra. E’ un prestito non finalizzato, ossia non legato a motivazioni particolari né necessita di giustificativi di spese. In modo semplice è possibile simulare il costo dell’operazione.

Per un corretto calcolo è necessario effettuare i seguenti passaggi:

  • determinare lo stipendio mensile netto
  • moltiplicare lo stipendio medio mensile per 13 o per 14 mensilità a seconda della tipologia contrattuale o se si è lavoratori dipendenti o pensionati
  • dividere il risultato ottenuto per 12 mensilità
  • suddividere l’ultimo importo ottenuto al punto precedente per 5

L’importo ottenuto è il quinto massimo cedibile. L’importo massimo da rimborsare invece è dato dalla moltiplicazione della rata massima cedibile per il numero di anni di rimborso. La voce montante è comprensiva di:

  • rata della cessione del quinto
  • interessi
  • quota della polizza assicurativa
  • spese di istruttoria della pratica

Prestiti con cessione del quinto dello stipendio: a chi rivolgersi

I prestiti con cessione del quinto dello stipendio possono essere effettuati da istituti di credito, finanziarie o, in caso di pensionati, dall’Istituto Previdenziale che eroga la pensione. Possono inoltre erogare il prestito:

  • le società di assicurazione legalmente esercenti
  • gli istituti e le società esercenti il credito escluse quelle istituite sotto forma di società in nome collettivo ed in accomandita semplice

L’evoluzione della normativa in materia creditizia ha ridisegnato le modalità di erogazione della cessione del quinto dello stipendio o della pensione rendendola possibile unicamente da mediatori creditizi. Il loro compito sarà essenzialmente quello di fare da collegamento tra il cliente e le banche o le società di intermediazione creditizia.

Leggi anche

Successo del quinto – http://www.cessione-quinto.com/informazioni/banche-e-finanziarie-nel-business/

Esempi di prestiti

Su Internet è possibile effettuare differenti simulazioni di prestiti con cessione del quinto dello stipendio. Alcune sono di facile attuazione. Altre piuttosto macchinose ed artificiose che necessitano inoltre dei dati personali non consentendo l’anonimato.

La scelta quindi non è semplice per cui facciamo una piccola classifica. Nel settore delle finanziaria le più elementari e trasparenti sono rappresentate da Findomestic e da Fiditalia. Per meglio comprendere la scelta possiamo effettuare una simulazione.

Simulazione finanziamenti

Findomestic, cessione del quinto richiesta 10.000 euro, prodotto Credito I tuoi Progetti:

  • TAN fisso 6,43%
  • TAEG 6,62%
  • rimborso in 60 mesi
  • importo totale dovuto 11.720 euro

Fiditalia, esempio di cessione del quinto richiesta 10.000 euro, prodotto Fidiamo:

  • TAN 6,30%
  • TAEG 7,30%
  • rimborso in 60 mesi
  • importo totale dovuto 11.836 euro

La più conveniente in assoluto risulta però essere la finanziaria Younited Credit; per lo stesso importo richiesto applicano:

  • TAN del 4,89%
  • TAEG del 6,19%
  • importo totale da restituire di 11.292 euro

Nel settore dei prodotti finanziari si possono menzionare istituti di credito come BNL e Poste Italiane. Facciamo qualche esempio.

BNL, esempio cessione del quinto richiesta 23.225,03 euro:

  • TAN 5,19%
  • TAEG 5,45%
  • totale da restituire 30.000 euro

Poste Italiane, cessione del quinto richiesta 10.153,65 euro:

  • TAN 9,25 %
  • TAEG 9,65 %
  • totale da restituire di 15.600 euro

Sicuramente tra le ipotesi individuate esistono notevoli differenze tra i tassi applicati. Nel secondo caso (Poste Italiane) la proposta è nettamente più alta in quanto nella somma da restituire sono inserirti unicamente gli interessi senza considerare la polizza assicurativa e le altre spese differentemente dalla prima proposta che invece comprende tutte le voci.

Confronta prestiti: preventivo finanziamenti

Qualsiasi sia la scelta che si va ad operare tra le proposte di prestiti con cessione del quinto dello stipendio conviene innanzitutto fare più preventivi e valutare sicuramente i tassi applicati. Bisogna valutare anche le varie voci inserite all’interno del rimborso, alle volte potrebbero incidere in modo più forte rispetto ai tassi proposti.

Le voci implicite e spesso non spiegate nel dettaglio potrebbero rendere appetibile la proposta. Spesso la sottoscrizione di alcune polizze assicurative potrebbero far lievitare i tassi a due cifre con il rischio di pagare effettivamente un importo molto più alto rispetto a quello ascritto sul contratto. Attenzione quindi a leggere bene cosa si va a sottoscrivere.

Approfondimenti

La cessione del quinto – http://www.cessione-quinto.com/

Prestito senza busta paga Poste Italiane
Informazioni, Normative,

Cessione del quinto: corsa al business per banche e istituti di credito

La concessione di un prestito ai lavoratori dipendenti dietro cessione del quinto dello stipendio o della pensione è un’invenzione italiana. Risale al 1914 e inizialmente era riservata ai soli lavoratori ferroviari.

Nel 1950 il parlamento estese questa possibilità a tutti i lavoratori del settore pubblico. E una decina di anni fa anche i dipendenti del settore privato sono stati ammessi a godere di questa forma agevolata di finanziamento.

Cessione del quinto. Clienti, banche e finanziarie

Pur prevedendo una procedura più macchinosa rispetto alla concessione di un credito al consumo, il prestito su cessione del quinto sta vedendo oggi un rinnovato interesse non solo da parte delle persone, ma anche delle banche, che possono recuperare terreno nel mercato dei finanziamenti privati con un prodotto particolarmente attraente e per loro sicuro.

Le società finanziarie hanno avuto negli ultimi decenni buon gioco nel proporre le più fantasiose formule di finanziamento, di cui le carte revolving rappresentano una vetta di speculazione nei confronti dei ceti meno abbienti. Un tasso di interesse del 24% per una carta revolving non è considerato usurario; di fatto milioni di persone sono e resteranno per anni indebitate a fronte di acquisti di modesta entità.

Anche il credito personale proposto con abbondanza di sorrisi nei centri commerciali è di fatto molto gravoso, prevedendo un tasso massimo di più del 16%. Le società finanziarie si sono spesso contrapposte alle banche con politiche di controllo piuttosto lasche sulla solvibilità dei clienti, il che ha da un lato contribuito al loro successo e dall’altro ha ulteriormente fatto crescere i tassi di interesse: più alto il rischio, maggiore il tasso.

Prestiti con cessione del quinto. La politica di banche e finanziarie

Le banche inseguono da sempre il marketing promozionale delle finanziarie, senza tuttavia riuscire a eguagliarne il livello di diffusione. E questo per la peculiare e obbligatoria impostazione del mercato bancario, che soprattutto dopo gli accordi di Basilea II (2004) deve obbligatoriamente mantenere una forte cautela nei confronti della concessione di crediti.

La legge che nel 2005 ha esteso anche ai dipendenti privati la possibilità di ottenere un prestito dando come garanzia la cessione del quinto del proprio stipendio, e il TFR in caso di licenziamento, ha riaperto però i giochi. Le banche sono improvvisamente diventate punto di riferimento privilegiato: i tassi di interesse offerti sono mediamente inferiori rispetto a quelli delle finanziarie e il rischio creditizio è quasi inesistente.

Inoltre contratti di cessione del quinto spesso vincolano per lunghi periodi un cliente a una banca, limitando il pericolo di abbandono nel caso di mutate condizioni peggiorative dei rapporti di conto corrente. Dal canto loro le finanziarie non sono rimaste a guardare, entrando anche loro nel gioco e cercando di sfruttare la stessa maggiore elasticità che nei decenni passati le aveva portate a stravincere nel settore.

In rete è pressoché impossibile trovare indicazioni trasparenti pur se generiche sui tassi di interesse applicati ai prestiti su cessione del quinto. Eppure trattandosi di un prestito a bassissimo rischio per chi lo concede, non dovrebbe essere così difficile fornire un’indicazione di massima. Il fatto è che per concedere un prestito su quinto e per determinarne il costo (il TAEG), banche e finanziarie compiono comunque indagini sulla solidità economica sia del richiedente sia soprattutto della società per cui questi lavora.

Aziende che risultino in difficoltà o che per un qualsiasi motivo non siano gradite alle centrali di rischio saranno motivo di elevato tasso di interesse, se non addirittura di rifiuto della concessione del prestito. È una situazione paradossale, nella quale il lavoratore dipende dalla reputazione vera o presunta del suo datore di lavoro.

Le banche non forniscono spiegazioni sul come arrivino a determinare un certo elevato tasso di interesse, che dunque rientra ancora una volta in un ambito di arbitrarietà. I tassi variano tipicamente dal 6% all’11% – un valore quest’ultimo più basso di quello di crediti al consumo e carte revolving, ma pur sempre troppo elevato.

Cessione del quinto a chi rivolgersi

Se si intende chiedere un finanziamento su cessione del quinto è bene mettere in programma una lunga e faticosa ricerca. Siti specializzati mettono a confronto le diverse offerte, ma chiedono di fornire dati personali e numero di telefono, e sono se possibile da evitare.

Conviene innanzi tutto chiedere un preventivo alla propria banca che, anche se non lo pubblicizza, quasi certamente offre questo tipo di prestito; non guasta fare qualche telefonata ad altri istituti di credito che lo pubblicizzano esplicitamente.

Un problema può essere dato dal fatto che quand’anche si trovasse una banca più economica della propria, quasi sempre viene chiesta l’apertura di un conto corrente collegato, i cui costi possono da soli cancellare le migliori condizioni del prestito. A quel punto può rientrare in gioco una società finanziaria.

Come sempre è da esigere il TAEG, cioè il costo complessivo del prestito, possibilmente corredato dalle singole voci che concorrono a formarlo (per esempio commissioni di incasso, spese invio estratto conto, ecc.). In generale, l’impressione è che comunque chi presta soldi finirà con il guadagnare più di prima: a fronte di rischi creditizi ridotti quasi a zero, i tassi sembrano comunque essere quelli applicati in casi di rischio medio-alto.

CESSIONE DEL QUINTO
Calcolo, Informazioni, Normative,

Cessione del Quinto: guida aggiornata novembre 2017 alle migliori proposte online

Cessione del quinto: importanti novità

Per cessione del quinto si intende una modalità di prestito personale perpetrata nel breve o medio termine e caratterizzata da rate rimborsate mediante la cessione di un quinto della pensione o dello stipendio del richiedente. Codesto finanziamento è riservato esclusivamente ai pensionati ed ai lavoratori di tipo dipendente del reparto pubblico o privato.

Importanti novità hanno investito questo campo, con particolare riferimento al lasso temporale che va dal 1 ottobre al 31 dicembre dell’anno corrente. Con il provvedimento numero 3821 risalente al 4 ottobre scorso, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha ritoccato il valore dei tassi relativi alla somma che un lavoratore o un pensionato possono ricevere da un qualsiasi istituto deputato. In particolare, si legge nel comunicato che:

  • per gli importi che non superano i 15.000 euro devono essere applicati tassi medi pari a 11,81 e tassi soglia usura pari a 16,7625;
  • se invece la soglia del 15.000 euro viene superata, i tassi medi ammontano a 9,04 ed i tassi soglia usura a 15,3000.

Conseguenza naturale di ciò è che i tassi soglia TAEG variano in base ai requisiti contenuti in una apposita tabella, con le classi di età che devono corrispondere a quelle maturate alla fine del piano di ammortamento. Fatta tale dovuta premessa, in seguito verrà redatta una breve lista riguardante le migliori novità e le migliori proposte online.

Cessione del quinto Compass

Prima particolare peculiarità presente nella offerta di Compass è il non obbligo di un garante. Per richiedere la cessione del quinto è sufficiente la percepire uno stipendio o una pensione. Riguardo poi alla rata mensile da corrispondere, la sua entità non supera il quinto, corrispondente al 20%.

In aggiunta, viene inoltre conferita al cliente la facoltà di rimborso spalmata in dieci anni, utilizzando piccole e comode rate. Il rimborso stesso viene accreditato direttamente sulla busta paga o sul cedolino pensionistico, con annessa possibilità di chiedere un anticipo.
In ultimo sono assenti le spese di intermediazione, con importi economici richiesti compresi in un range che va da piccole somme ad oltre 75.000 euro.

Cessione del quinto Findomestic

Anche questo istituto di credito offre ai clienti che richiedono la cessione del quinto numerose possibilità. La rata fissa, anzitutto, viene direttamente versata all’amministrazione interessata. L’ammontare degli importi richiesti, grazie al rimborso decennale, può raggiungere cifre considerevoli, senza l’obbligo di dover fornire all’istituto alcuna garanzia supplementare.

È infatti sufficiente presentare il proprio contratto di lavoro, senza alcuna firma del coniuge, con relativa copertura assicurativa ed a tempo indeterminato. Azzerate sono poi le ulteriori spese aggiuntive, come quelle concernenti l’apertura della pratica, le commissioni bancarie e di intermediazione o il bollo per comunicazioni periodiche.

Cessione del quinto Agos

Punto cardine sul quale questo intermediario finanziario vuole fondare la propria offerta, è quello di facilitare una cessione del quinto dello stipendio o della pensione che non superi la soglia del 20% dell’ammontare di questi ultimi, entrambi conteggiati al netto delle imposte.

Spiccata particolarità è la comodità e la sicurezza che comporta la richiesta di un importo elevato, con annessa possibilità di rimborso. Anche in questo caso, non è obbligatorio fornire la garanzia della presenza di un co-obbligato, all’interno di un finanziamento che può essere discusso e concordato anche nell’ipotesi in cui si siano verificate precedenti problematiche concernenti l’accesso al credito.

Ad ulteriore garanzia del cliente, Agos stipula insieme a questo, come la legislazione vigente prevede, una apposita polizza rischio vita, con relativo pagamento del premio a carico dello stesso istituto. Nell’evenienza in cui ve ne sia necessità, è infine fatta salva la facoltà di domandare un anticipo dell’erogazione del prestito.

Cessione del quinto Santander

L’istituto di credito di origine spagnola ha calibrato la propria offerta in base alla classe della quale il richiedente fa parte. Nel caso in cui si tratti di un dipendente del settore pubblico, la cessione del quinto corrisponde ad un rimborso in piccole rate mensili di entità costante. Quest’ultimo si realizza con una semplice trattenuta sullo stipendio che, per trasparenza e semplicità, non varca mai la soglia del 20%.

Con riferimento ai dipendenti privati invece, Santander affida direttamente al datore di lavoro la possibilità di versare la rata mensile, evitando in tal modo inutili seccature burocratiche.
Passando poi ai pensionati, il versamento della rata mensile comporta una trattenuta diretta dal cedolino della pensione. In tutte e tre le ipotesi, è fatta salva la facoltà di dilazionare il pagamento in un arco temporale dai 24 ai 120 mesi, con copertura assicurativa valida per tutto il periodo di questo.

prestiti inpdap inps
Normative,

Prestiti Cessione del Quinto 2017: ricorsi in continuo aumento

Il numero dei ricorsi presentato dai clienti all’Arbitro bancario finanziario (Abf) della Banca d’Italia è in continuo aumento. L’obiettivo è cercare di risolvere alcune controversie con la propria banca.

Tra il 2015 e il 2016 la percentuale dei correntisti che hanno scelto di percorrere questa strada è aumentato del +60%. Si tratta di un fenomeno importante e di portata elevata.

Inoltre questa tendenza è da collegare al boom dei ricorsi che riguardano l’estinzione anticipata di prestiti tramite la cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Estinzione Anticipata con Cessione del Quinto: come funziona?

Per legge è possibile estinguere un prestito con cessione del quinto in qualunque momento, a patto che venga versato l’importo residuo e si paghi  paga la penale (al massimo pari all’1% del capitale residuo).

L’estinzione anticipata con cessione del quinto prevede che:

  • si perderanno le spese di istruttoria e l’imposta di bollo;
  • si possano recuperare le commissioni bancarie;
  • si possa essere rimborsati, per la parte del premio non goduto, dell’ assicurazione vita obbligatoria.

Prestiti Cessione del Quinto: le criticità

Bankitalia ha evidenziato che vi sono degli elementi di criticità nelle modalità di erogazione del prestito cessione del quinto, che rappresenta il 16% dell’intero comparto del credito al consumo italiano.

Le problematiche riguardano:

  • la scarsa trasparenza delle varie condizioni contrattuali;
  • i comportamenti approssimativi degli operatori del settore che non si concentrano sulle esigenze dei clienti che, alla fine, pagano cifre superiori rispetto a quelle preventivate.

Oltre ai ricorsi fatti all’Abf per quanto concerne i prestiti cessione del quinto, si è verificata una diminuzione del numero di quelli relativi a carte di credito e di debito mentre rimangono invariati quelli collegati ai conti corrente.

Prestiti non pagati
Normative,

Prestiti non pagati: le possibili conseguenze

In tempi di crisi è fondamentale prendere in considerazione le conseguenze dei prestiti non pagati, che possono precludere la possibilità di accedere a ulteriori finanziamenti.

Mancato pagamento delle rate di un prestito: cosa può succedere

Quando si parla di prestiti non pagati è fondamentale ricordare in primo luogo che il passo iniziale della realtà creditizia è l’invio di una comunicazione di sollecito del pagamento. Se in seguito alla suddetta fase non si ricevono riscontri e i solleciti vengono ignorati, si procede con l’iscrizione del beneficiario del prestito alla Crif, dove viene segnalato come cattivo pagatore.

Questa situazione, come già specificato, può comportare diverse difficoltà nell’accesso al credito, a meno che non si opti per un prestito cambializzato, per la cessione del quinto o per la presentazione di un terzo soggetto garante, ricordando sempre che nessuna realtà creditizia è obbligata a concedere un prestito a un  cattivo pagatore.

Insolvenze e interessi di mora: ecco cosa sapere

In caso di prestiti non pagati, la realtà creditizia che ha erogato le somme di denaro può applicare degli interessi di mora. Questo significa che il beneficiario del contratto è tenuto a restituire una cifra superiore rispetto a quella frutto della somma tra quota capitale e quota interessi come stabilito dal contratto iniziale.

Qualora anche la richiesta di interessi di mora dovesse essere ignorata dal soggetto insolvente, l’istituto di credito o la società finanziaria che ha erogato il finanziamento ha la possibilità di richiedere l’intervento del tribunale competente.

Cosa succede in queste situazioni? Che si dispone una rivalsa sui beni del soggetto insolvente, oppure si procede al pignoramento del quinto dello stipendio fino a quanto non sono state saldate tutte le rate arretrate.

Iscrizione alla Crif come cattivi pagatori: come cancellarsi

In seguito a prestiti non pagati, nella maggior parte dei casi, si viene iscritti alla Crif come cattivi pagatori. Come cancellarsi e riabilitare la propria posizione creditizia? Richiedendo prima di tutto la visura Crif e visionando in maniera dettagliata la propria situazione. A questo punto è possibile decidere cosa fare e scegliere se saldare o meno il prestito.

Cancellazione Crif: ecco come gestirla

Dopo aver ricevuto la visura con le informazioni sulla propria posizione creditizia in seguito a prestiti non pagati è possibile procedere alla richiesta di cancellazione dalla Crif tenendo conto delle seguenti regole:

  • Ritardo nel pagamento di 1/2 rate: possibilità di richiedere la cancellazione dalla Crif dopo un anno dalla regolarizzazione del pagamento
  • Ritardo nel pagamento di più di 2 rate: possibilità di richiedere la cancellazione del proprio nominativo dalla Crif dopo due anni dalla regolarizzazione del pagamento
  • Mancato pagamento delle rate arretrate: possibilità di richiedere la cancellazione dalla Crif una volta trascorsi tre anni dalla scadenza naturale del piano di ammortamento.
Cessione del quinto con TFR
Normative,

Cessione del quinto con TFR: ecco come funziona

La cessione del quinto con TFR rappresenta un’alternativa molto valida per chi, pur avendo uno stipendio fisso mensile, non ha intenzione di vedere la propria busta paga soggetta a decurtazioni.

Cessione del quinto: cosa sapere su quella con TFR

La cessione del quinto con TFR prevede un meccanismo di rimborso non differente dal prestito contro cessione del quinto dello stipendio. L’unico tratto distintivo riguarda il fatto che, come è chiaro dal nome stesso dei prodotti, a subire la decurtazione mensile non è la busta paga ma il TFR accantonato nel corso della carriera lavorativa.

Cessione del quinto con TFR: informazioni generali

Quando si opta per la cessione del quinto con TFR è bene ricordare che il prestito in questione prevede il fatto che il datore di lavoro si occupi mensilmente di trattenere la quinta parte del TFR, con lo scopo di versarla poi alla realtà creditizia con la quale il dipendente ha sottoscritto il contratto di prestito.

Questo aspetto aiuta a capire che la cessione del quinto con TFR si configura come alternativa di prestito utile per far fronte al rischio di un’eventuale perdita dell’impiego, che può essere seguita da un periodo più o meno lungo di inoccupazione e dalla mancanza di entrate mensili fisse.

Prestito con cessione del quinto TFR: come calcolare la rata

Parlare di cessione del quinto con TFR vuol dire anche documentarsi sulle modalità di calcolo della rata. In questo caso è necessario fare riferimento a un valore noto con il nome di coefficiente assicurativo.

Di cosa si tratta? Del rapporto tra il TFR maturato dal lavoratore che richiede il prestito e l’ammontare del finanziamento richiesto. Con il coefficiente assicurativo si inquadra l’affidabilità creditizia del datore di lavoro. Fondamentale è ricordare che il valore in questione può essere compreso tra 3 e 6 ed è calcolato anche tenendo conto delle dimensioni dell’azienda, del suo stato economico e della nazionalità del soggetto richiedente il prestito.

Cessione del quinto con TFR per neo assunti: è possibile?

Un aspetto fondamentale da approfondire quando si discute di cessione del quinto con TFR è la richiesta di questo prestito da parte di lavoratori dipendenti neo assunti. Come funzionano le cose in questo caso?

In situazioni di questo tipo il trattamento di fine rapporto non può chiaramente essere considerato una garanzia di solvibilità del prestito. Come è quindi opportuno muoversi? Valutando la cifra massima erogabile sulla base di altri criteri. Quali sono? Ecco i principali:

  • Il fatto che il soggetto richiedente sia titolare di un contratto a tempo indeterminato in un’azienda con più di 16 dipendenti
  • L’età massima pari a 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne (questo requisito anagrafico deve essere soddisfatto alla fine del contratto di prestito)
  • La durata massima del piano di ammortamento pari a 5 anni
  • Il montante complessivo compreso tra 10.000 e 15.000€ (con ‘montante’ si inquadra la somma totale erogata, che comprende quota capitale, interessi e spese accessorie)
Estinzione anticipata cessione del quinto
Normative,

Estinzione anticipata cessione del quinto: ecco che cosa succede

Sapere che cosa succede in caso di estinzione anticipata cessione del quinto è molto importante se si ha intenzione di stare tranquilli dopo aver chiesto un prestito di questa natura, sia esso legato alla pensione o allo stipendio.

Estinzione anticipata cessione del quinto dello stipendio: ecco cosa sapere

Cosa succede in caso di estinzione anticipata cessione del quinto dello stipendio? Semplicemente che, sulla base delle regole interne dell’istituto di credito o della società finanziaria che ha erogato il finanziamento, può essere applicata una penale fino all’1% del capitale residuo.

Importante è ricordare che l’estinzione anticipata del prestito con cessione del quinto può essere perfezionata dal beneficiario in qualsiasi momento e che determina la perdita delle spese d’istruttoria e dell’imposta di bollo, oneri versati al momento della sottoscrizione del contratto di prestito.

Estinzione anticipata cessione del quinto: quali spese si possono recuperare

In caso di estinzione anticipata cessione del quinto è possibile recuperare parte delle spese? Anche in questo caso la situazione varia sulla base delle scelte interne della realtà societaria erogante.

Nella maggior parte dei casi possono essere recuperate le commissioni bancarie, mentre l’assicurazione rischio premorienza viene restituita facendo riferimento alla parte di premio non goduta dal beneficiario del prestito.

Estinzione anticipata cessione del quinto Findomestic

Come funzionano le cose in caso di estinzione anticipata cessione del quinto Findomestic? Il prodotto in questione prevede che in caso di estinzione prima della scadenza naturale del finanziamento il beneficiario sia tenuto a versare una somma pari all’1% del capitale residuo.

Questa regola vale se la durata riamenente del contratto risulta uguale o superiore a un anno; quando si parla di un lasso di tempo inferiore la somma dovuta è pari allo 0,50% del capitale residuo.

In caso di capitale residuo inferiore ai 10.000€ il beneficiario non è tenuto al versamento di alcun tipo di penale.

Estinzione anticipata cessione del quinto IBL

Per fare un altro esempio preciso relativamente a estizione anticipata cessione del quinto facciamo riferimento a IBL.

Come previsto dalla legge, il beneficiario di un prestito contro cessione del quinto della pensione o dello stipendio erogato da IBL Banca ha la possibilità di estinguere quando vuole il finanziamento, questo senza andare incontro al pagamento degli interessi non ancora maturati.

In questo caso è prevista una penale sulla base delle regole esplicitate nel paragrafo precedente (l’1% del capitale residuo nei casi in cui il contratto ha una durata che prosegue per più di un anno dopo la scelta dell’estinzione anticipata).

Esistono realtà che non comminano penali in caso di estinzione anticipata del prestito con cessione del quinto della pensione o dello stipendio?

La risposta è affermativa e nell’elenco è possibile annoverare il gruppo PosteItaliane, che non prevede alcun tipo di spesa in caso di estinzione anticipata del prestito Quinto BancoPosta o Quinto BancoPosta pensionati.

Cessione del quinto cambio datore di lavoro
Normative,

Cessione del quinto cambio datore di lavoro

Cessione del quinto: il ruolo del datore di lavoro

La cessione del quinto dello stipendio rappresenta una formula di prestito molto apprezzata. Il motivo di tale favore e della diffusione che ne è conseguita, va rintracciato nella capacità di rispondere alle aspettative tanto dei finanziatori quanto dei finanziati.

Le banche e gli istituti di credito, grazie al particolare meccanismo che sta alla base, sono al riparo dal rischio insolvenza (il pagamento della rata è svincolato dalla volontà del debitore, la cui busta paga è soggetta a detrazione). I debitori possono invece accedere al credito anche se cattivi pagatori o protestati, proprio in virtù della maggiore percezione di sicurezza che coinvolge chi eroga il prestito.

La cessione del quinto, però, è caratterizzato da un equilibrio che potrebbe apparire precario. Questo equilibrio si regge sull’azione del datore di lavoro. Il ruolo che ricopre è infatti assai importante: è lui a erogare il pagamento, ed è lui a gestire la detrazione della rata dalla busta paga del lavoratore-debitore.

Finché il rapporto di lavoro prosegue senza intoppi il rimborso non incontra difficoltà di sorta. Cosa succede se il datore di lavoro, per una ragione o per un’altra, smette di essere tale? La questione infatti si complica in caso di cessione del quinto cambio datore di lavoro.

Cessione del quinto dello stipendio datore di lavoro: cosa succede se cambia

Il datore di lavoro smette di essere tale quando il lavoratore viene licenziato o presenta le dimissioni. In questo caso, la banca si avvale di un diritto particolare e che le consente di recuperare la somma prestata. Un diritto che va nettamente contro gli interessi del debitore.

In breve, la banca che ha concesso il finanziamento per mezzo della cessione del quinto può abbondantemente rifarsi sul Tfr, ossia sul Trattamento di Fine Rapporto, il “gruzzolo” che viene accantonato mese dopo mese e che comporrà la liquidazione che il lavoratore riceverà quando andrà in pensione.

La banca può coprire la somma prestata prendendo ufficialmente e legalmente possesso del Tfr. Già di per sé questo rappresenta un problema, dal momento che il lavoratore viene privato della sua futura liquidazione.

Eppure c’è di peggio. La cessione del quinto cambio datore di lavoro compromette il Tfr, ma cosa succede se il Tfr non è sufficiente a coprire il debito residuo? In questo caso, cambiano gli attori in gioco. La banca recupera la somma attraverso l’assicurazione, e l’assicurazione si rifà poi sul debitore. Questa può pignorare la pensione e gli stipendi futuri, a prescindere dall’entità della busta paga o del cedolino della pensione stessa.

Insomma, possiamo concludere che la cessione del quinto è una formula di finanziamento molto conveniente, ma che le conseguenze in caso di licenziamento possono essere anche molto gravi.

Cessione del quinto tfr
Normative,

Cessione del quinto Tfr come garanzia: è obbligatorio?

Cessione del quinto Tfr licenziamento: il caso

La cessione del quinto è una pratica soluzione di rimborso, in grado di recare benefici sia al finanziatore che al finanziato. Per le banche, infatti, la cessione del quinto rappresenta una valida alternativa perché in grado di ridurre al minimo il rischio insolvenza: d’altronde il pagamento delle rate non è più responsabilità del debitore, ma avviene in via automatica.

Per i contribuenti, la cessione del quinto rappresenta invece un modo per accedere al credito anche se si è protestati o cattivi pagatori (l’assenza del rischio insolvenza mitiga le condizioni di accesso) e comunque risulta una forma molto comoda, che non impegna in prima persona: le rate vengono pagate dall’ente che produce la busta paga (l’azienda, la PA, l’Inps).

C’è un caso però in cui il rischio insolvenza si riaccende improvvisamente e la banca può andare incontro al serio pericolo di non vedersi rimborsata la somma prestata: il licenziamento. Se a versare la rata è il datore di lavoro, ma il rapporto tra il datore di lavoro e il finanziato termina, è ovvio che il pagamento delle rate verrà interrotto.

Per evitare questo rischio, dunque, le banche convergono tutte verso una soluzione che potrebbe apparire “brutale”: utilizzano, a mo’ di garanzia, il Tfr, il Trattamento di Fine Rapporto. In una sola parola, la futura liquidazione.

Cessione del quinto Tfr: anticipo del Tfr in busta paga

Questa soluzione, prima di un anno fa, non appariva problematica quanto meno del breve termine: d’altronde non si tratta di una sottrazione di risorse immediata, dal momento che il Tfr si ritira solo quando termina la vita lavorativa. Da un anno a questa parte, però, è possibile chiedere l’anticipo del Tfr in busta paga. Ebbene, durante tutto il periodo della cessione del quinto ciò risulta veramente difficile.

Cessione del quinto svincolo: una soluzione per il Tfr

Ricapitolando, la cessione del quinto prevede il pagamento automatico della rata, che il datore di lavoro detrae dalla busta paga ed eroga all’ente che ha concesso il finanziamento. Per ridurre il rischio di insolvenza in caso di licenziamento (ma anche di fallimento dell’azienda) e quindi della perdita del posto di lavoro, viene impegnato, a mo’ di garanzia, il Tfr del richiedente. Questi risulta bloccato per tutta la durata del rimborso, e quindi anche usufruire dell’anticipo del Tfr in busta paga è assai difficoltoso.

C’è però un modo per usufruire del Tfr anticipatamente. A dire il vero, non è un caso molto frequente. In buona sintesi, si può ritirare parte del Tfr, ossia quello che rappresenta la differenza tra la somma accumulata e l’importo da restituire alla banca. In verità, molto spesso questa differenza è addirittura negativa, dunque non si tratta di un’alternativa sempre praticabile.

Rinnovo cessione del quinto
Normative,

Rinnovo cessione del quinto: come ottenerlo? Quali sono i vincoli?

Cessione del quinto: la questione del rinnovo

Una delle questioni che ruota attorno alla cessione del quinto è il rinnovo. Sono in tanti a chiedersi: è possibile rinnovo cessione del quinto? Rispondere non è semplice, dal momento che siamo di fronte all’ennesimo caso nel quale il legislatore ha varato una normativa ma, allo stesso tempo, ha posto le basi affinché questa venga aggirata.

Stando a quanto riporta la normativa non è possibile procedere con il rinnovo della cessione del quinto. Una volta che il periodo di rimborso è terminato, il contribuente non può più usufruire di questa formula per un certo periodo di tempo e deve rivolgersi ad altre tipologie di finanziamenti, se necessita di liquidità.

Nei fatti, però, è possibile comunque ottenere un rinnovo, anche se si tratta di un rinnovo travestito da qualcos’altro. Nella fattispecie, da sostituzione.

La legge infatti consente di sostituire il prestito cessione del quinto con un altro prestito cessione del quinto. Ovviamente, a determinate condizioni.

Se il periodo di rimborso è di dieci anni è necessario aspettare fino a quando non è stato superato il traguardo del 40% delle rate pagate. Dunque, è possibile attivarsi solo dopo quattro anni.

Se il periodo di rimborso è inferiore a dieci anni, il tempo di attesa è variabile. Per i prestiti a cinque anni, è possibile procedere con la sostituzione già dopo un anno.

In che cosa consiste la sostituzione? Molto banalmente, si interrompe il prestito in corso e si contrae un altro prestito, alle stesse condizioni. L’unica differenza potrebbe riguardare il periodo di rimborso: quello del “secondo round” deve essere obbligatoriamente di dieci anni.

È semplice comprendere perché de jure si parla di sostituzione ma de facto siamo di fronte a un rinnovo cessione del quinto: se interrompiamo un finanziamento di dieci anni dopo quattro anni, e iniziano un altro finanziamento di dieci, abbiamo guadagnato sei anni.

Rinnovo cessione del quinto pensionati e dipendenti: i requisiti

Va comunque specificato un particolare: dopo un anno dall’estinzione dell’ultima rata, è possibile accedere ai prestiti con cessione del quinto. È evidente però che in questo caso, vista l’interruzione di dodici mesi, non si può parlare di rinnovo cessione del quinto.

Ad ogni modo, per procedere con la sostituzione “in itinere”, i requisiti sono gli stessi di sempre: occorre godere di una busta paga, quindi avere un reddito fisso, nella stragrande maggioranza dei casi è necessario essere assunti a tempo indeterminato. La condizione di protestato o di cattivo pagatore, almeno in teoria, non dovrebbe rappresentare un problema dal momento che il meccanismo mette al riparo le banche dal rischio insolvenza.

Per conoscere tutte le opportunità della cessione del quinto, segui la nostra sezione riservata alla normativa cessione del quinto.