La cessione del quinto dello stipendio
La cessione del quinto dello stipendio è una modalità di prestito personale attiva in Italia che permette di estinguere il proprio debito attraverso il prelievo di una somma corrispondente a un quinto dello stipendio, calcolato al netto di tutte le ritenute e delle tasse.
Si tratta di un calcolo matematico piuttosto complesso ma è anche una delle strade maggiormente percorse da chi è in possesso di una busta paga con contratto a tempo indeterminato, che desidera ottenere un prestito per far fronte a improvvise spese, che non venga inquadrato come finalizzato.
La rata e il tasso sono fissi, non variano nel tempo e questo permette di pianificare al meglio le proprie spese e la propria vita, sapendo che a cadenza regolare, ogni mese, viene prelevata la quota stabilita.
I dipendenti pubblici sono statisticamente coloro che chiedono con maggiore frequenza un prestito non finalizzato attraverso la cessione del quinto dello stipendio, anche perché l’affidabilità del datore di lavoro o, comunque, dell’azienda o dell’ente che elargisce lo stipendio mensilmente dev’essere valutata e confermata prima della concessione del finanziamento.
Cessione del quinto dipendenti pubblici statali, le garanzie
Un dipendente pubblico statale che richiede un finanziamento non finalizzato con la cessione del quinto dello stipendio non è tenuto a presentare nessun documento a garanzia della sua solvibilità, perché la busta paga e il datore di lavoro che la elargisce rappresentano una valida forma di garanzia.
Tuttavia, a maggiore sicurezza, anche se non ufficialmente, la società che approva il finanziamento ha come garanzia supplementare il TFR, ossia l’accantonamento maturato dal lavoratore durante la sua attività lavorativa.
Più che una garanzia, questa rappresenta un’assicurazione che tutela la società che finanzia, perché in caso di morte, perdita del lavoro o infortunio grave, ha la sicurezza di un capitale accantonato da sfruttare per rientrare del prestito elargito.
In alcuni casi, però, al dipendente pubblico statale che richiede un prestito con cessione del quinto viene richiesta un’assicurazione sulla vita vera e propria, che serve a coprire l’eventuale eccedenza del finanziamento rispetto al TFR accumulato.
Per tutti questi motivi, il dipendente pubblico che ha in corso un finanziamento con cessione del quinto non può chiedere all’ente un anticipo sul TFR fino all’estinzione completa del debito.
I vantaggi della cessione del quinto dipendenti pubblici statali
Nonostante sia un procedimento piuttosto macchinoso, la cessione del quinto porta numerosi vantaggi al dipendente statale, che si vede accordare sempre il prestito. A fronte di un controllo sulla busta paga e di uno sul datore di lavoro, che in questo caso è proprio lo Stato, le società di finanziamento non hanno motivo di bloccare e rifiutare una richiesta di finanziamento, nemmeno se il richiedente nel passato ha avuto problemi di pagamento.
Le sicurezze derivanti dalla possibilità di prelevare direttamente la rata mensile dalla busta paga e l’accesso al TFR senza dover avere rapporti diretti con il debitore assicurano alla società di finanziamento delle ottime garanzie di solvibilità, che altre forme di finanziamento non garantiscono.
Inoltre, l’importo che viene accordato per il finanziamento è direttamente proporzionale al valore della busta paga e all’anzianità di servizio maturata: questo rappresenta un grande vantaggio per tutti coloro i quali sono assunti da molti anni, perché garantisce loro la possibilità di ottenere anche finanziamenti di importo considerevole, con una durata ampia.