Cessione del Quinto: La disciplina normativa
La cessione del quinto dello stipendio è un prestito personale accordato a lavoratori dipendenti privati o statali e a pensionati. Esso è stato introdotto dal D.P.R. 5 gennaio 1950 n. 180 (modificato dalla Legge 14 maggio 2005 n. 80) e, successivamente, disciplinato anche dal D.P.R. 28 luglio 1950 n. 895, che è il Regolamento attuativo del primo decreto presidenziale appena citato.
Cos’è la Cessione del Quinto?
La caratteristica di tale prestito personale è costituita dalla circostanza che il relativo rimborso viene effettuato tramite la cessione di quote parte del proprio stipendio o salario mensile al netto di eventuali ritenute.
L’ammontare massimo della rata di rimborso non superare un quinto, cioè il 20%, dello stipendio mensile netto. La cessione del quinto dello stipendio è un prestito personale, che prevede un piano di rimborso non inferiore a ventiquattro mesi e non superiore a centoventi mesi.
Cessione del Quinto dello Stipendio: Quali sono i vantaggi?
La cessione del quinto dello stipendio presenta alcuni vantaggi per i richiedenti dello stesso. Tale prestito personale è, infatti, generalmente concesso anche a coloro che non abbiano merito creditizio a causa di precedenti rapporti controversi con gli Istituti di credito.
La garanzia del relativo rimborso è, difatti, assicurata dalla percezione dello stipendio e dal conseguente regolare restituzione delle singole rate dovute alle banche e agli intermediari finanziari.
La cessione del quinto dello stipendio, inoltre, consente anche di accedere a prestiti personali di importi considerevoli, dal momento che la relativa concessione è valutata sulla base dell’importo complessivo dello stipendio o del salario mensile netto e dall’anzianità lavorativa del soggetto richiedente.
Fase Istruttoria della Cessione del Quinto
La cessione del quinto dello stipendio viene concesso dagli Istituti di credito e dagli intermediari finanziari a seguito di un’istruttoria avviata per verificare la sussistenza di determinati requisiti.
Nel corso di tale procedimento di valutazione, i consulenti accertano la sussistenza di un rapporto di lavoro tra l’impresa o la Pubblica Amministrazione e il richiedente, la busta paga dello stesso e altre informazioni, che consentono di formulare un preventivo, l’ammontare del prestito personale concedibile, il piano di rientro del debito, l’importo delle singole rate e la durata del prestito.
Obblighi per il datore di lavoro
Per il datore di lavoro, la cessione del quinto dello stipendio implica l’insorgenza di determinati obblighi. In particolare, egli deve trattenere dalla busta paga la rata indicata nel contratto sottoscritto tra la banca e il dipendente e corrisponderla alla banca o all’intermediario finanziario, che ha concesso questa tipologia di prestito personale.
In ipotesi di dimissioni o di licenziamento del lavoratore, il datore di lavoro è anche tenuto a trattenere ogni somma maturata dal dipendente e pagarla alla banca o all’Istituto finanziario che hanno erogato la cessione del quinto dello stipendio.
In tal modo, si potrà estinguere parzialmente o totalmente il debito sorto a fronte della concessione del prestito personale sopra descritto.
Cessione del Quinto 2017: Come tutelarsi in caso di fallimento del datore di lavoro?
Il lavoratore, che abbia ottenuto la concessione di un prestito personale sotto forma di cessione del quinto dello stipendio, potrebbe non avere più nessuna tutela se il datore di lavoro dovesse fallire.
In particolare, il fallimento dell’impresa presso la quale egli è impiegato potrebbe esporre al grave rischio di non essere più in grado di restituire le rate del prestito personale, che è stato accordato allo stesso dalla banca o da un Istituto finanziario.
Se dovesse ricorrere tale ipotesi, il lavoratore potrebbe essere in grado di estinguere parzialmente o totalmente il proprio debito nei confronti degli Istituti di credito o finanziari tramite la percezione e la successiva cessione al soggetto erogante del proprio trattamento di fine rapporto.
In alternativa, il dipendente, che abbia stipulato anche una polizza rischio impiego potrebbe essere tutelato dal rischio di insolvenza mediante l’intervento della compagnia assicurativa, che pagherebbe l’importo alla banca o all’intermediario finanziario nei limiti di quanto convenuto nel contratto di assicurazione.
Conseguenze per il datore di lavoro fallito
Per il datore di lavoro, vi sono anche degli svantaggi in caso di fallimento dello stesso. Egli, infatti, essendo tenuto al pagamento delle rate della cessione del quinto tramite le somme trattenute dalla busta paga ed essendo divenuto inadempiente, può essere denunciato alle Centrali rischi finanziari ed essere qualificato come cattivo pagatore.